Alcune delle galassie del nostro universo sono delle vere e proprie nutrici di stelle: ad esempio, la nostra Via Lattea produce in media almeno una nuova stella all’anno. Altre sono divenute deserte anni fa, e di stelle ne producono pochissime o nessuna del tutto. Gli astronomi si chiedono da anni come mai ciò accada, ma oggi più di 20 anni di ricerche hanno culminato in ciò che potrebbe essere la risposta a questo elusivo enigma: secondo questa ricerca, le “piogge” galattiche potrebbero essere la chiave della fertilità cosmica. Sappiamo bene che le precipitazioni possono rallentarci mentre andiamo al lavoro: ora, sappiamo anche che possono rallentare la formazione delle stelle nelle galasse con enormi buchi neri. Ovviamente queste precipitazioni non consistono in pioggia o neve, ma in gas freddi che aiutano nella creazione delle stelle. Quando le condizioni sono ideali, queste nubi di gas freddi aiutano nella produzione delle stelle, ma alcune di esse vengono assorbite negli enormi buchi neri che risiedono al centro dei cluster galattici: ciò determina la produzione di emissioni che riscaldano i gas come una fiamma ossidrica, impedendo la formazione di nuove stelle. Un cluster galattico può contenere da 50 a 1000 galassie: la Via Lattea fa parte di un cluster noto come Gruppo Locale, che ne contiene circa 50. Benchè le precipitazioni svolgano un ruolo chiave in alcune galassie, in altre esse si sono interrotte del tutto: in queste ultime, il movimento del calore intorno alla galassia centrale, forse a causa della collisione con un altro cluster galattico, ha probabilmente “asciugato” le precipitazioni intorno al buco nero. (Nature online 2015, pubblicato il 4/3)
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